Italia suddivisa in tre aree. Ecco quali sono stati i criteri seguiti per la divisione delle Regioni

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06-11-2020

Informativa urgente alla Camera dei Deputati del Ministro della Salute

Di: Redazione Sardegna Live

“I numeri continuano drammaticamente a crescere, nel mondo siamo arrivati a un contagiato ogni 164 persone, oltre 1 milione di morti nel mondo: sono cifre che parlano da sole e danno il senso della gravità della situazione. Questo Dpcm è in piena continuità con le misure che il governo ha tenuto finora. Difendere le persone e la loro vita è un principio di massima precauzione per difendere il servizio sanitario nazionale evitando che venga travolto lasciando i cittadini indifesi e dovendo nuovamente contare un numero di vittime inaccettabile tra le persone e tra i nostri medici”.

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Lo ha detto il Ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell’informativa urgente sui dati e sui criteri seguiti per la collocazione delle Regioni italiane nelle aree rossa, arancione e gialla, previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020.

Sono 21 i paramenti di riferimento, “utilizzati da 24 settimane senza che una sola Regione abbia mai eccepito sul modello, e senza mai una voce di dissenso dal Parlamento”, ha precisato Speranza.

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Ecco i parametri che hanno portato la scelta dell’ordinanza:

1) Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data di inizio sintomi sul totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo;

2) Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalle Terapie Intensive) in cui è indicata la data di ricovero sul totale di casi con storia di ricovero in ospedale notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo;

3) Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in TI/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

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4) Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo;

5) Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie;

6) Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata;

7) Percentuale di tamponi positivi escludendo le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese;

8) Tempo che trascorre tra data inizio sintomi e data di diagnosi;

9) Tempo che trascorre tra data inizio sintomi e data di isolamento;

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10) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng;

11) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento;

12) Numero di casi confermati di infezione nella regione in cui sia stata effettuata ima regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati;

13) Numero di casi riportati negli ultimi 14 giorni;

14) Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS;

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15) Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana;

16) Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno;

17) Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito);

18) Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note;

19) Numero di accessi al Pronto soccorso con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19;

20) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19;

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21) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.

“Risultata evidente - ha detto Speranza - che si tratta di un lavoro complesso e di dettaglio. La logica che guida le decisioni è semplice: ciascuna Regione viene classificata sulla base dell’incrocio di due parametri: l’indice di rischio che viene prodotto attraverso i 21 indicatori e gli scenari definiti attraverso l’Rt. Scenario 1: Nel caso in cui l’Rt sia inferiore a 1; Scenario 2: Nel caso in cui l’Rt sia compreso tra 1 e 1,5; Scenario 3: Nel caso in cui l’Rt sia compreso tra 1,25 e 1,50; Scenario 4: Nel caso in cui l’Rt supoera il dato di 1,50.

“Non esistono zone verdi perché il virus circola in tutto il Paese”, ha sottolineato il Ministro.

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