Mini lockdown Orani. Il sindaco: “La situazione sanitaria è al collasso, ma la politica regionale viviamo in un’Isola felice”

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16-11-2020

La discussione si accende su Facebook. Il consigliere Franco Mula Psd’Az risponde: “Qual è la regione dove la sanità stia funzionando bene?”

Di: Redazione Sardegna Live

“A Orani siamo stati costretti a chiudere quasi tutto. Un mini lockdown, una semi zona rossa, la possiamo chiamare in ogni modo. Abbiamo chiuso perché i numeri sono fuori controllo, 60 positivi su 2800 abitanti. Numeri che l’Ats non conosce, casi che il sistema sanitario locale non ha minimamente sotto controllo. Abbiamo ammesso la resa, una scelta dolorosa e difficile”.

Così il sindaco di Orani Antonio Fadda spiega la decisione di emanare una nuova ordinanza contenente ulteriori misure ristrettive volte al contenimento del Covid-19.

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Chiusi dunque bar, ristoranti, le attività commerciali (con eccezione per alimentari, edicole, tabaccherie, farmacie, ferramenta, mangimi, distributori di carburante), le attività di servizi alla persona, il cimitero, l’ecocentro e gli impianti sportivi.

Il primo cittadino non ha dubbi: “Da alcune settimane la politica regionale insiste nel voler raccontare la favola di un’Isola felice, un paese delle meraviglie che non esiste. Con insistenza ci facciamo vanto di essere zona gialla, come che fosse una medaglia di cui andare fieri. Ma tutti sappiamo benissimo che la realtà è un'altra”.

“La situazione sanitaria è al collasso – afferma Fadda -. Se i numeri sono ‘bassi’ è perché il sistema sanitario non riesce nemmeno a fare i tamponi che dovrebbe. Ma i Pronto Soccorso sono allo stremo e nei nostri paesi il suono dell’ambulanza sta diventando una brutta abitudine. La sanità è fatta di persone che lavorano quotidianamente, con turni massacranti, ma quando le persone sono poche non è possibile pretendere miracoli. Tuttavia, si continua a raccontare all’esterno una favola che di reale ha ben poco”.

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E ancora: “Vorrei chiedere scusa a tutte le attività coinvolte nella chiusura. Amici, parenti, famiglie che subiscono per l’ennesima volta le mancanze di un sistema che non funziona. Chiedo scusa in quanto rappresentate delle Istituzioni. Istituzioni assenti, che ci hanno abbandonato, da soli, a contare il numero dei positivi, come ad aggiornare un pallottoliere. In queste ultime giornate il mio telefono squilla ad ogni ora, persone oneste e corrette che mi chiamano per comunicare la loro positività, tra mille paure e preoccupazioni. Persone abbandonate, che non sanno cosa fare, persone che chiamano il Sindaco non l’Ats, perché in tutti i paesi il Sindaco è sempre l’unico che risponde al telefono, ad ogni ora. Tutto questo purtroppo è inaccettabile. La nostra chiusura è necessaria, ma vuole essere anche una denuncia verso lo stato di abbandono in cui ci troviamo.

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Chiedo alla mia comunità di stringere i denti e di stare uniti, soprattutto di stare vicini alle tante famiglie direttamente coinvolte dal covid, perché sono loro le vere vittime di questa situazione”.

Al post su Facebook risponde il consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione Franco Mula: “Non mi sembra corretto quello che hai scritto Antonio, quando hai chiamato ti hanno sempre risposto ...mi sembra ingeneroso da parte tua. Che siamo tutti disperati e che ci siano problemi ovunque è vero, ma sapete dirmi qual è la regione dove la sanità stia funzionando bene ? C’è qualche regione che pur avendo un sistema sanitario di eccellenza e non come il nostro depredato è rovinato da chi ci ha preceduto stia brillando? Nessuno....”.

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Il sindaco di Orani non fa mancare la propria controreplica: “Ciao Franco, ti ringrazio per il commento. Condivido quello che scrivi. La colpa che mi permetto di dare alla politica regionale è quella di non voler prendere atto che la sanità è allo stremo. Perché non ammettere che il sistema è in difficoltà nella gestione dell’emergenza? Accettare la situazione sarebbe il primo passo per ripartire tutti insieme. Non si cercano colpevoli, ma non è piacevole sentire che va tutto bene, quando sai bene la situazione che abbiamo a Nuoro. Dobbiamo difendere la sanità nel nostro territorio e nei nostri Comuni, ma per farlo dobbiamo essere sinceri e ammettere che le cose non stanno funzionando”.

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