Il vino sardo è una delle nostre squisitezze, ma è davvero tra i più antichi del mondo?
Ecco cosa ci ha rivelato il professor Gianluigi Bacchetta, professore ordinario di Botanica sistemica UniCa-Università degli Studi di Cagliari: “Se parliamo di vinificazione in Sardegna il torchio di Monastir, nell’ambito del Mediterraneo Occidentale, rappresenta la testimonianza più antica di vinificazione”
Di: Sabrina Cau
La nostra è una terra straordinaria: spiagge, mare e montagna incantano chiunque e tra le tante meraviglie che in Sardegna non si dimenticano c’è, neanche a dirlo, il vino. Chi non ha mai sentito i propri nonni dichiarare: “mai mangiare il porcetto arrosto senza bere un buon bicchiere di vino!” riferendosi proprio al buon vecchio vino rosso dalle origini antiche, che da sempre è cultura, incontro e tradizione.
L’enogastronomia dell’Isola è tra le migliori al mondo e nelle nostre tavole, ad accompagnare gli squisiti pasti tipici, c’è sempre stato un vino corposo e profumato, fiero e forte proprio come il carattere dei sardi. Sembrerebbe che i primi produttori di rosso del Mediterraneo siano stati proprio i sardi. Nel 1993, infatti, a Monastir è stato ritrovato un antico torchio di pietra risalente al IX secolo, con evidenti tracce di Acido siringico presente nell’uva. Dunque i nuragici sardi di tremila anni fa bevevano già il cannonau dell’epoca? Lo abbiamo chiesto al Professor Gianluigi Bacchetta:
“Le prove più antiche della domesticazione della vite risalgono all’età del rame e all’età del Bronzo nel Medio Oriente. Nel corso di 25 anni, riferendoci alla Vitis vinifera, abbiamo raccolto materiali in paesi come Grecia, Cipro, Turchia, Libano, Palestina, Giordania fino ad arrivare in Georgia, in Iran e in Iraq.
Quali le prove più antiche dei processi di vinificazione in Sardegna?
Ci sono stati ritrovamenti, non di processi di vinificazione, ma semplicemente di vinaccioli (semi di Vitis vinifera) datati a partire dall’età del Bronzo Antico (2017-1751 a.C.) quindi nel secondo millennio, nella grotta di Monte Meana a Santadi (SU) dove sono stati ritrovati vinaccioli carbonizzati all’interno di un focolare, sondato con importanti lavori, già a partire dal 2012. Più recentemente abbiamo indagato il sito nuragico di Sa Osa (Cabras-Oristano) dove sono stati rinvenuti circa 15.000 vinaccioli conservati in ottimo stato e non carbonizzati, da considerarsi relativi all’età de Bronzo Medio/Recente, tra il 1500 e il 1000 a.C. Arriviamo poi all’età del Bronzo Finale (prima età del ferro) quindi siamo in un’epoca che ci porta tra il 1300-900 a C. con i ritrovamenti nel
Per quanto riguarda il nostro vino c’è un primato che possiamo vantare?
Certamente quello di aver mantenuto le nostre tradizioni, una cosa a cui io tengo in particolar modo; se non avessimo avuto la capacità di innovare i processi produttivi e di selezionare le cultivar dei vitigni autoctoni della Sardegna, farli giungere fino a noi e fare in modo che l’innovazione potesse trasformarsi in tradizione, oggi non avremmo i prodotti di qualità che invece abbiamo. I vini buoni vengono prodotti in tutto il mondo, ma non c’è un territorio che possa raccontare la storia della viticultura. Dove crescono quelle viti? Dove si produce quel vino? Da quanti millenni quel vino è divenuto una tradizione? Noi possiamo rispondere a tutte queste domande.