Villa Muscas, il gioiello abbandonato e dimenticato. Deidda, FdI: “Addio al museo della storia contadina della città”

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10 giu 2019

La denuncia del deputato sardo, Salvatore Deidda: “Locali incustoditi, chiunque può entrare e danneggiare gli arredi storici”

Di: Alessandro Congia

"Oggi i locali sono incustoditi, chiunque può entrare e danneggiare alcuni oggetti, per altro preziosi, poiché è quasi impossibile poterli spostare Non c'è nessun controllo e non si capisce come stanno andando i lavori visto che non ci sono cartelli o indicazioni".

Faccio mio l'appello del Presidente nazionale dell'Unione Consumatori Romano Satolli per dire chiaramente che il Centro della Cultura Contadina non deve chiudere ed eventuali appetiti di qualcuno su quegli spazi devono passare. La storia agricola di Cagliari è racchiusa in quei locali, di migliaia di periti agrari. Non si può cancellare. Si occupino dei locali occupati abusivamente per scopi politici". Lo afferma il deputato di

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Fratelli d'Italia, Salvatore Deidda,

Il centro della Cultura Contadina nasce nei locali di Villa Muscas, in Via S.Alenixedda, all'indomani dalla decisione per l'istituto Agrario Duca degli Abruzzi del trasferimento ad Elmas, per non disperdere il patrimonio storico e culturale in cui migliaia di persone si sono formate quando ancora San Benedetto e Piazza Giovanni erano campagna o zone a vocazione agricola.

"L'ex Preside Vittorio Porcelli, con alcuni ex Studenti, con lo stesso Istituto Tecnico Agrario, hanno creato in una parte di Villa Muscas questo museo per ricordare nel tempo le generazione di periti agrari, la vocazione agricola di Cagliari e regalare alla città un contributo culturale diverso" dichiara Salvatore Deidda, Deputato e diplomato proprio al Duca degli Abruzzi nello stabile di Via S.Alenixedda.

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"Un'attività ventennale, dove sono state organizzate le sagre sui vini novelli, sui formaggi, sui vini, sull'olio, sulle tradizioni di alcune comunità ospitate a Cagliari come quella di Belvì, Desulo, oltre alla mostra sugli antichi macchinari utilizzati nei campi agricoli" continua Deidda " oggetti donati da noi ex studenti, da amici, da imprenditori agricoli, associazioni, cantine".

"Qualche mese fa l'associazione, complice dei lavori di rifacimento del tetto, riceve una lettera in cui il Comune annuncia di non voler rinnovare la concessione ma soprattutto l'associazione deve liberare i locali di tutti gli oggetti del museo" conclude Deidda.

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