Fumata nera accordo Conad – Auchan. Vincenzo Dell’Orefice, Cisl: “Vogliamo certezze su tutti lavoratori e sul destino degli ipermercati”

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04 ott 2019

Dell’Orefice: «Lo sforzo dei sindacati non è stato compreso, necessario definire un quadro di regole certe che assicuri omogeneità di trattamento ai lavoratori»

Di: Alessandro Congia

Fumata nera al tavolo di confronto sul trasferimento dei primi 109 negozi e dei circa 5700 lavoratori che transiteranno dal gruppo Auchan a Conad entro il mese di marzo 2020. I rappresentanti di parte aziendale hanno respinto le proposte elaborate unitariamente dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che hanno proclamato lo stato di agitazione e le assemblee nei luoghi di lavoro.

Nel merito le tre sigle, nel tentativo di semplificare la procedura di trasferimento, hanno proposto: di esplicitare fra i contraenti anche i soggetti subaffittuari che diventeranno titolari dei punti vendita; essenziale per i sindacati anche la previsione della tutela reale dei lavoratori coinvolti dal passaggio che passeranno alle dipendenze di aziende con meno di 15 addetti; necessaria anche l’introduzione di un meccanismo di responsabilità in solido in caso di inadempienze a carico dei singoli gestori soprattutto per quanto riguarda le imprese neo costituite che non sempre presentano garanzie di carattere patrimoniale per i sindacati è necessario prevedere un confronto finalizzato alla definizione di intese sulla riorganizzazione del lavoro; infine le tre sigle chiedono un impegno di parte aziendale sulla salvaguardia occupazionale.

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«Abbiamo ridotto le nostre richieste ad un nucleo essenziale di proposte innovative che superasse un sistema di regole rigide per far compiere al confronto negoziale un passo in avanti ma purtroppo lo sforzo dei sindacati non è stato compreso e la risposta delle controparti è stata negativa» ha stigmatizzato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice sottolineando che «si verificherà il caso paradossale che mentre i lavoratori che transiteranno entro il 31 dicembre 2019 alle dipendenze delle imprese del sistema Conad avranno applicato integralmente il contratto integrativo Sma per gli altri lavoratori il passaggio avverrà senza nessuna condivisione sul nuovo modello organizzativo».

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«Le rigidità di parte aziendale sono incomprensibili anche perché ci stiamo occupando dei 109 negozi più performanti» ha aggiunto Dell’Orefice evidenziando che «per la Fisascat Cisl rimane prioritario applicare le intese sul modello di organizzazione del lavoro che presumibilmente sarà un tema sul quale si registreranno le maggiori criticità per i lavoratori come esperienze analoghe hanno già dimostrato». «Tuttavia – ha aggiunto il sindacalista – è emersa una novità importante sul confronto tra Bdc ed altri soggetti interessati a subentrare nella rete sulla ricollocazione dei restanti negozi che sembrerebbe arrivato ad un buon punto».

«In questa fase occorrerebbe dare seguito ad un supplemento di riflessione e comprendere soprattutto dal versante aziendale se effettivamente valga la pena gettare tutto alle ortiche, considerando il fatto che nella complessa gestione di questa vicenda aziendale, in special modo per il destino della parte restante della rete commerciale del gruppo Auchan, non si potrà non coinvolgere le organizzazioni sindacali» ha poi chiosato il sindacalista ribadendo che «contestualmente al trasferimento dei 109 punti vendita va affrontata la questione del destino occupazionale dei dipendenti impiegati sia nei magazzini che nelle attività amministrative/commerciali delle sedi di Milano, Brescia, Vicenza, Ancona e Roma».

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«In particolare – ha concluso il sindacalista - ci aspettiamo di avere dalla controparte informazioni di maggior dettaglio in ordine al destino degli ipermercati non ricompresi dal passaggio, come anche sul ricorso agli ammortizzatori sociali e alle forme di incentivazione all’esodo volontario che, per la Fisascat Cisl, non può comunque prescindere da una ponderata valutazione degli effetti che si potrebbero avere sull’efficienza dei servizi soprattutto in relazione al rischio di trasferimenti unilaterali».

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