Una speranza per Matteo Puddu, 16 anni, alla ricerca di un donatore di midollo. La mamma Maria Luisa: “Noi continuiamo a combattere, fatelo anche voi”

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28-11-2019

“Voglio dire grazie di cuore alle tantissime persone che ci stanno aiutando, che ci hanno aiutato. Continuate a donare il midollo e il sangue, non smettete di farlo”

Di: Alessandro Congia

“Posso dire grazie a chi va a donare, grazie a tutti i medici ricercatori che cercano giorno per giorno di trovare una cura definitiva e nuovi farmaci che aiutano a vivere meglio e affrontare la malattia. Senza di loro non sapremmo che fare, ma sopratutto senza donatori sarebbe tutto inutile. Per Matteo si è trovato il donatore, ma dobbiamo decidere il da farsi, visto il percorso duro sarà, e con tutti i pro e contro che ci sono da non sottovalutare. Vi chiedo da mamma di iscrivervi alla banca dati dei donatori di midollo, ognuno cerca la sua anima gemella, minuti e ore molte volte sono importanti. C’è chi non può aspettare, c’è chi aspetta ma poi è troppo tardi, c'e chi non ce la fa. Dobbiamo continuare a lottare, ve lo dico come mamma, a tutte le famiglie che lottano contro malattie genetiche e chi lotta contro dei mali a volte incurabili, perché lottando e stando vicini ai nostri guerrieri possiamo farcela. Se Matteo non guarisse, ci saranno nuove strade da intraprendere e vivere al meglio la vita”.

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Ricordate la storia di qualche mese fa su Matteo? Al telefono con Sardegna Live, le parole di speranza di una mamma, Maria Luisa, 38 anni, originaria di Morgongiori, piccolo centro di Oristano e Maurizio, suo marito, originario di Sestu, riempiono il cuore e loro non vogliono arrendersi.

A maggio del 2019 il nostro giornale ha raccontato in esclusiva la storia di Matteo Puddu, 16 anni, un ‘piccolo guerriero’ il cui sorriso ha colpito chiunque, con migliaia di condivisioni sui social e altrettante richieste di contatto di tantissime persone che hanno voluto aiutare e contribuire con le donazioni di midollo.

Maria Luisa era in attesa di Matteo, aveva 21 anni, fece i vari controlli che tutti fanno, risultò portatrice di beta talassemia Mayor, da li iniziò i vari controlli che fece anche suo marito, anche lui, come lei, portatore di beta talassemia. La donna fece la diagnosi prenatale tardi, era già al quinto mese .. dopo una settimana l’esito, il suoo bimbo affetto da beta talassemia mayor. Il mondo crollò addosso ai due genitori”.

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La vita di Matteo

“Il nostro Matteo – racconta Maria Luisa al nostro giornale – lo vedete nelle foto di qualche mese fa pieno di gioia, un sorriso che riempie la nostra vita ogni giorno, frequenta la terza superiore dell’Istituto ad indirizzo turistico – sportivo “Bertacchi” di Lecco, gioca a calcio a 5, under 17, nonostante le difficoltà fisiche di chi ogni 15 giorni deve sottoporsi alle trasfusioni di sangue, è un bimbo che combatte. E con lui io e mio marito continueremo a farlo, sebbene – dice Maria Luisa – ci sono stati diversi donatori e i medici però sono attentissimi prima di procedere al trapianto. Infatti – ammette la mamma – i rischi sono altissimi, casi di rigetto, casi di invalidità permanente, un decorso clinico che non è facile da sostenere anche per via della sua età. Trovare donatori non perfettamente compatibili rende tutto ovviamente difficilissimo, ma noi non ci arrendiamo come pure non devono arrendersi le tantissime famiglie che come noi stanno combattendo questa battaglia, quella della vita”.

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Aiutiamo Matteo e i tanti talassemici che combattono

“I Malati non vanno mai in vacanza – dice Maria Luisa – per aiutarci potete recarvi al Microcitemico o al Binaghi di Cagliari, contattare i centri Admo della vostra zona, dai 18 ai 35 anni si può donare il midollo e dai 18 in su si può essere donatori di sangue. Non abbiate paura, perché con il vostro gesto – conclude Maria Luisa – date modo ai bimbi e alle loro famiglie di continuare ad avere speranza e di non perdere mai il sorriso”.

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