Mondiali 2002. Quindici anni fa l'Italia “vittima” dell'arbitro Moreno

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18 giu 2017

Quindici anni fa, il 18 giugno 2002, la Nazionale di calcio guidata dal c.t. Trapattoni venne eliminata dalla Corea del Sud negli ottavi di finale della Coppa del Mondo disputata in Corea e Giappone.

Di: Redazione Sardegna Live

Quindici anni fa, il 18 giugno 2002, la Nazionale di calcio guidata dal c.t. Trapattoni venne eliminata dalla Corea del Sud negli ottavi di finale della Coppa del Mondo disputata in Corea e Giappone.

Di quella edizione dei mondiali, gli italiani ricordano soprattutto, con un fastidio mai sanato, l’arbitro ecuadoriano Byron Moreno, che si rese protagonista di una serie di decisioni contestatissime dai giocatori azzurri e dall’opinione pubblica italiana che nelle settimane a seguire si scagliò duramente contro l’arbitro.

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A Daejon, l’Italia fu eliminata per 2-1 dalla Corea del Sud grazie al golden gol di Ahn. Fra le decisioni prese da Moreno più contestate un rigore dubbio concesso ai padroni di casa e poi parato da Buffon, l’espulsione di Totti per una presunta simulazione su fallo da rigore subito, l’annullamento per fuorigioco di un gol regolare di Tommasi. I coreani ebbero un approccio al match piuttosto aggressivo e l’arbitrò mancò di sanzionare numerosi interventi fallosi che causarono anche l’infortunio di Zambrotta (uscito dal campo zoppicante) e di Coco (che terminò la partita con una vistosa fasciatura alla testa).

L’Italia venne accusata, comunque, di aver mancato numerose occasioni da gol e di non aver espresso al meglio il potenziale di una rosa composta da campioni come Maldini, Nesta, Cannavaro, Totti e Vieri.

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Moreno, nei mesi successivi, finì nuovamente al centro di polemiche simili anche in patria fino a che la FIFA non lo sospese definitivamente.

Il 21 settembre 2010 fu arrestato all'aeroporto JFK di New York, mentre cercava di entrare negli Stati Uniti in possesso di circa 6 chili di eroina, confermando il fatto che ai Mondiali di calcio del 2002 facesse uso di sostanze stupefacenti. Il 23 settembre 2011 fu condannato a due anni e sei mesi dalla corte distrettuale di New York. Scarcerato anticipatamente nel dicembre 2012 per buona condotta, fu estradato in Ecuador, dove adesso è indagato per evasione fiscale.

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