Gattuso racconta la sua malattia: "A tutti i ragazzi che non si sentono belli, affrontate la vita"

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24 dic 2020

Lotta da anni con una malattia all'occhio, e ieri, nel post partita, ha lanciato un messaggio forte a tutti i giovani

Di: Giammaria Lavena

Ieri sera, dopo la partita contro il Torino, il tecnico del Napoli Gennaro Gattuso ha parlato davanti alle telecamere della malattia all'occhio che lo perseguita da anni, la stessa che lo costrinse ad abbandonare il calcio giocato. Ringhio ha deciso di mettere "a nudo" i suoi problemi, mostrandosi a tutti senza la benda che nelle scorse settimane tamponava quell'occhio che sembra non dargli tregua.

“Anche io non sono stato me stesso in queste ultime settimane - ha affermato -. Credo che i ragazzi abbiano anche sofferto per questo. E voglio fare un appello, a tutti quei ragazzini che non si vedono belli. La vita è bella e bisogna affrontarla senza paura, non bisogna nascondersi”.

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“Se non sono arrivati dei risultati negativi è anche colpa mia. Tranquilli che non muoio. Io ho una malattia auto immune - ha spiegato -, si chiama miastenia, è la terza volta in dieci anni che mi succede. L’occhio andrà al suo posto e sarò più bello il più presto possibile. I ragazzi mi sono stati vicini, ma sono stato male, ho fatto tanta fatica, perché il problema non è solo vedere doppio; solo un pazzo come me può stare in piedi”.

La miastenia oculare è una malattia che provoca problemi ai muscoli degli occhi e alle palpebre e insorge perché alcuni auto-anticorpi inibiscono il meccanismo nervoso che permette la naturale contrazione dei muscoli appartenenti al compartimento oculare. In pratica chi ne soffre ha un affaticamento della muscolatura attorno agli occhi e chi ne soffre fatica a tenere le palpebre aperte in modo corretto. Chi ha questa malattia non dovrebbe vivere situazioni di stress, ma ci si può vivere e convivere.

“Perché non è facile vedere doppio ventiquattro ore al giorno. Bisogna accettarlo e c’è di peggio nella vita”, ha concluso Gattuso. Un grande esempio non solo per i più giovani, in un'epoca in cui l'apparire sembra aver preso il sopravvento, in cui il timore dei giudizi altrui condiziona le vite di tanti e i reali valori talvolta vengono meno. 

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